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A Mosca come a Praga, a Budapest come a Varsavia, passando per Berlino Est, Bucarest, Sofia, sino a Tirana e Belgrado, dieci emittenti di Stato e tre stazioni radio clandestine trasmisero in italiano per decenni, a partire dagli anni Trenta del XX secolo. Le animarono centinaia di redattori, fra i quali numerosi italiani. Questo libro racconta le loro incredibili storie e quelle delle emittenti alle quali collaborarono;poi, il crollo del comunismo le travolse o ne stravolse i palinsesti. Un viaggio che parte dall’ex URSS e si conclude nell’ex Jugoslavia, percorrendo l’Europa orientale e gli eventi storici che hanno contribuito a definirla dal Secondo dopoguerra a oggi.
È un capitolo quasi inedito della Guerra Fredda, quello che si svolse sulle onde d’Europa. E la lingua italiana fu un campo di battaglia cruciale, che si stendeva da Mosca a Capodistria. Una vicenda che Lorenzo Berardi ricostruisce con la passione per la ricerca storica che contraddistingue il suo lavoro giornalistico.
Luigi Spinola, Rai Radio3 Mondo
INDICE
COME RADIO MOSCA DIVENNE VOCE DELLA RUSSIA
Radio Milano Libertà
La Voce della Verità
Gli esordi di Radio Mosca in Italiano
Gli anni Cinquanta
La Piccola enciclopedia sovietica
Gli anni Sessanta e Settanta
1986-1993: di Chernobyl, perestrojka e fast-food
1994-2013: alba e tramonto della Voce della Russia
RADIO PRAGA E GLI ESULI ITALIANI IN CECOSLOVACCHIA
Origini di Radio Praga italofona
1950-1956: gli esordi della redazione italiana
1956-1968: “Discorso segreto” e “Giornale della siesta”
1968: Primavera di Praga, invasione e repressione
1968-1976: normalizzazione e dissidi fra PCI e KSČ
1976-1990: dal licenziamento degli italiani alla fine di Radio Praga italofona
OGGI IN ITALIA, L’EMITTENTE FUORILEGGE DEL PCI
1949-1950: l’arrivo dei primi redattori italiani
1950-1951: esordi artigianali e timori democristiani
1951-1953: primo palinsesto e riunioni fiume
Vita nella “villa degli italiani”
1951-1965: il lavoro redazionale quotidiano
1965-1968: affinità/divergenze fra Praga e Mosca
1968-1971: fine delle trasmissioni
I NASTRI ITALIANI DI RADIO VARSAVIA
1950-1956: la sezione italiana diventa una redazione
1956-1968: le storie di alcuni redattori italiani
1968: di purghe, addii e licenziamenti
1969-1981: vacanze e rientri in Italia
1981-1989: legge marziale e sue conseguenze
1961-1990: le voci di Radio Varsavia
1991-1992: crollano antenne e cala il silenzio
LE DUE VITE DI RADIO BUDAPEST
1936-1956: dal primo notiziario in italiano alla redazione italofona
Autunno 1956: l’insurrezione alla radio
1957-1981: redattori italiani a Budapest
1981-1991: un decennio di cambiamenti prima della chiusura
2002-2007: riprendono (e richiudono) le trasmissioni
DA OGGI NEL MONDO A RADIO BERLINO INTERNAZIONALE
1952-1961: Radio Oggi nel Mondo
1961-1962: la costruzione del Muro e l’inizio di RBI italofona
1945-1956: da Berliner Rundfunk alla nuova Funkhaus
1961-1975: gli esordi della redazione italiana di RBI
1962-oggi: trasmissioni italofone da Colonia e dintorni
1976-1988: vita redazionale e bazar della solidarietà
1989: anniversario della RDT e fine del Muro
1990: riunificazione tedesca e scomparsa di RBI
2019: le bobine di Babelsberg
RADIO BUCAREST E IL RITORNO DI BABBO NATALE
1946-1964: propaganda di regime e ritorno dei programmi italofoni
1965-1988: al servizio del Conducător
1989: addio Nonno Gelo, benvenuto Babbo Natale
1990-oggi: Radio Romania Internazionale
RADIO SOFIA O DEL CONOSCERE BENE LA BULGARIA
1946-1977: redattori italiani e turisti bulgari
1978: in morte di Markov, voce dissidente
1979-1989: il crepuscolo di Tato
1990-1997: inizio e fine di Radio Bulgaria
QUI PARLA RADIO TIRANA
1944-1960: la propaganda cambia colore
1961-1985: il ventennio isolazionista di Hoxha
1985-1990: il Paese cambia, Radio Tirana tentenna
1991: l’Italia come terra promessa
1992-oggi: da megafono del regime a voce amica
LE ALTRE DI LÀ: RADIO BELGRADO E RADIO CAPODISTRIA
Radio Belgrado: 1924-2015
Radio Capodistria: 1949-oggi
CRONOLOGIA ESSENZIALE
Durante il XX secolo la radio ha giocato un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Arrivò ovunque e condizionò spesso profondamente l’andamento delle istituzioni nazionali e delle relazioni internazionali. La storia della radio comprende anche le trasmissioni in italiano diffuse da emittenti straniere, fondate per scopi propagandistici o di coesione identitaria, e rivolte a connazionali.
Mangialibri
Parlava di richieste da parte degli ascoltatori. Che rapporto c’era tra radio e pubblico?
"Questo è forse l’aspetto più interessante: i redattori avevano la capacità di creare una relazione molto stretta, amichevole, con gli ascoltatori. Rispondevano a tutte le lettere che ricevevano e avevano, tutte queste radio, un’incredibile strategia di marketing, con l’ideazione di una serie di materiali, bandierine, cartoline personalizzate, che divennero rapidamente oggetti di culto per i collezionisti. Poi indicevano dei concorsi che permettevano ai vincitori di fare un viaggio per visitare la redazione, a Mosca come a Bucarest".
Intervista di Pierfrancesco Pacoda su Il Resto del Carlino
Che cosa lega Il dottor Živago,il futuro direttore del Tg3 Sandro Curzi, una canzone di Franco Battiato, l’ultimo discorso alla nazione di Aleksander Dubček e lo scrittore specializzato in extraterrestri Peter Kolosimo? Hanno in comune quella misconosciuta ma a suo modo influente rete di trasmissioni radiofoniche in italiano diffuse da emittenti d’Oltrecortina. Decenni di tempestosa attività, fra propaganda (molta), ma anche informazione e intrattenimento in un’epoca in cui la guerra fredda si combatteva anche via etere.
«Una volta passai la parola agli amici italiani che in italiano raccontarono quelloche stavaaccadendoaPraga». In questo modo il «pubblico cecoslovacco si rendeva conto che non eravamo soli nella resistenza e che tutto il mondo ci stava ascoltando».
L’episodio è uno dei tanti che arricchiscono il libro Radiocronache. Storie delle emittenti italofone d’oltrecortina (Prospero editore, pagine 460, euro 20) di Lorenzo Berardi, giornalista bolognese che da tempo vive a Varsavia. Un testo, il suo,come osserva LuigiSpinola,di Rai Radiotre Mondo, in cui è narrato un «capitolo quasi inedito della guerra fredda, quello che si svolse sulle onde d’Europa. E la lingua italiana fu un campo di battaglia cruciale, che si stendeva da Mosca a
Capodistria»
Massimo Novelli su Il Mattino
Il ricordo di un'epoca irripetibile.