Rotate screen
Una selezione di lettere inviate da aspiranti porno-performer ad Hans Rolly, regista di culto dell'hard-core amatoriale nostrano. Uno spaccato sociale della sessualità degli italiani nell'era pre-Internet, ma anche un'analisi degli antefatti tecnologici del fenomeno. Grafie incerte e ignoranza della grammatica sono corredate da immagini spesso ai limiti del disturbo narcisistico della personalità, dalla ricerca di notorietà mediatica (siamo in piena era berlusconiana) e dalla soddisfazione delle più inimmaginabili parafilie e fantasie sessuali, in netto contrasto con il terrore di essere riconosciuti. Disoccupati, maestre, commesse, studenti, seminaristi, militari che denunciano spesso amarezza e incapacità di rapportarsi col mondo.
Di fronte a queste lettere di uomini e donne comuni che cercano la scorciatoia per il successo, o per un po’ di contante, nel fermo posta di un regista porno, limitiamoci a sorridere. Perché il loro mondo non è poi così lontano dal nostro. Magari le loro lettere non ci parlano proprio di noi, ma senz’altro di quell’immaginario erotico – ieri profumato di minestrone e oggi farcito di tecnologia – in cui viviamo.
Alessandro Dal Lago
Indice
Prefazione V
Nota dell’autore XI
Introduzione 15
Le lettere a Rolly 47
1. Il sesso è altrove 49
2. Hardcreativi 71
3. La professionalità prima di tutto 107
4. Porno per necessità 129
5. Massima riservatezza 147
6. Divi futuri 167
7. Meglio di me nessuno 179
8. Macchine da sesso 191
9. A disposizione del regista 209
10. Miscellanea 225
11. Perle di saggezza 235
Postfazione 277