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Hanno, gli animali, una coscienza? Che cos’è l’istinto che si dice guidi le loro azioni? Esiste un’intelligenza animale? Qual è la lente attraverso cui guardare per provare a comprendere la vita interiore degli animali, quella della filosofia, quella della scienza o entrambe, in un'ottica interdisciplinare? Se l’approccio scientifico-sperimentale sembra quello preferito da Martinetti per approcciarsi alla psicologia animale, fondamentali risultano le implicazioni etiche di questo suo breve quanto denso saggio, pensato come conferenza: gli animali devono essere inclusi a pieno titolo nel campo del diritto e della morale, dal quale sono stati esclusi da buona parte del pensiero filosofico occidentale.
Rifiutando la lettura puramente meccanicista quanto l'antropomorfizzazione forzata del comportamento animale, il filosofo pone l’accento sulla nostra sostanziale incapacità di giudicare il mondo interiore dell’Altro, umano o animale che sia. Degli animali, così come degli uomini, conosciamo solo le manifestazioni esteriori, che ciascun osservatore ricollega ai propri stati d’animo: è forse meno assurdo accomunare le anime e le intelligenze di tutti gli uomini dell’includere anche gli animali tra gli esseri senzienti?