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In solidarietà con la resistenza palestinese, questo libro parla di giustizia riproduttiva da una prospettiva femminista e anticoloniale, e lo fa confrontando due pratiche di riproduzione assistita: la riproduzione postuma (PAR) e il contrabbando del seme.
La prima, una tecnica sofisticata che consente l’impiego dello sperma di soldati israeliani morti sul campo, è promossa per rafforzare il suprematismo coloniale. La seconda, facendo evadere il seme dei prigionieri palestinesi dalle carceri con mezzi di fortuna, si spinge ai limiti dell’impossibile per ritornare al possibile, e restituisce giustizia e respiro alla vita palestinese sotto assedio.